Il CES chiede un patto sul territorio affinché l'edilizia abitativa smetta di essere un peso per l'economia

Il presidente del Consiglio economico e sociale (CES), Antón Costas, ha chiesto al Congresso dei deputati di raggiungere un ampio accordo sul territorio urbanistico affinché l'edilizia abitativa smetta di essere il “buco nero” che assorbe tutti i miglioramenti dell'economia.


Questo è il messaggio principale che Costas ha lasciato durante la sua apparizione alla Commissione Economia della Camera Bassa, dove ha presentato le conclusioni più importanti della Relazione del CES sulla situazione socioeconomica e lavorativa della Spagna nel 2024.


Tale rapporto sottolinea che il 2024 è stato un anno positivo per l'evoluzione economica e del mercato del lavoro. Antón Costas ha inoltre sottolineato che la crescita dell'economia è stata “più sana ed equilibrata” rispetto ai cicli di espansione economica verificatisi in passato.


Come ha spiegato il presidente del CES, se in altre fasi le fasi di crescita in Spagna erano più “maniache” o “euforiche”, accompagnate da squilibri finanziari, fiscali o nella bilancia dei pagamenti e da pressioni inflazionistiche, la crescita del 2024 è stata accompagnata da una riduzione di tali squilibri.


Un esempio di questo andamento è la performance della bilancia dei pagamenti, che ha fatto sì che la Spagna fosse “praticamente l'unica economia occidentale” ad aver registrato surplus per quasi due decenni.


I miglioramenti non si riflettono sulle condizioni di vita

Tuttavia, Antón Costas ha sottolineato che questi miglioramenti nell'economia e nell'occupazione non si traducono in un miglioramento del benessere nella vita delle persone e non si produce un miglioramento generale delle condizioni di vita.


Il massimo rappresentante dell'organismo ha indicato che, sebbene ci siano stati dei progressi, questi “non sono sufficienti” per la società nel suo complesso. “È come se il ponte tra la crescita economica e le condizioni di vita dell'intera popolazione fosse stato rotto o almeno danneggiato”, ha riflettuto Costas.


Un punto su cui il presidente del CES ha posto particolare enfasi è quello della povertà infantile, arrivando ad affermare che non trova “alcuna spiegazione” né ‘giustificazione’ al fatto che la Spagna sia allo stesso tempo il paese dell'Unione Europea con il più alto tasso di povertà infantile e di crescita economica. “Come possiamo ammettere e accettare di avere questo tasso di povertà infantile? Non trovo una spiegazione e bisognerebbe cercare una risposta a questo”, ha aggiunto.


Subito dopo, Antón Costas ha sottolineato che strumenti come il reddito minimo vitale (IMV) o gli assegni familiari sono positivi, ma non contribuiscono del tutto a ridurre la povertà infantile, soprattutto perché gran parte delle famiglie spagnole che possono accedere a queste prestazioni non lo fanno.


A questo proposito, Costas ha ricordato che in un altro rapporto il CES sostiene la necessità di introdurre un sussidio universale per i bambini da zero a tre anni, in particolare per aiutare le famiglie più giovani e in difficoltà.


Ampio accordo sul suolo

Dopo queste riflessioni, il presidente del CES ha sottolineato il fatto che l'alloggio spiega in gran parte il motivo per cui il ponte tra la macroeconomia e le condizioni abitative è rotto.


Costas ha quindi affermato che l'alloggio è diventato un “buco nero” che assorbe i miglioramenti di reddito apportati dall'economia e dall'occupazione, nonché i miglioramenti di reddito apportati dalle prestazioni sociali.


Per questo motivo, il presidente dell'istituzione ha chiesto al Congresso un “accordo ampio” sul suolo, poiché “difficilmente” si risolverà il problema degli alloggi se la legislazione consente che, per aspetti puramente formali, possano essere annullati interi processi urbanistici.


D'altra parte, Antón Costas ha anche fatto una digressione nel suo intervento per dire che da tre anni le istituzioni che redigono rapporti di previsioni macroeconomiche “sbagliano sistematicamente”.


Per questo motivo, Costas ha sottolineato che in alcune occasioni la differenza tra la previsione e il risultato è stata dell'ordine di un punto del prodotto interno lordo (PIL). "Quando una sorpresa è dello 0,1 o 0,2 del PIL, è logico. Ma quando queste sorprese sono dell'ordine dell'1% del PIL, allora deve esserci qualche variabile che ci sfugge nei modelli macroeconomici convenzionali", ha affermato.


Una di queste variabili, secondo lui, potrebbe essere la capacità di dialogo sociale, che il presidente del CES considera un “elemento di fiducia” per gli attori economici che può contribuire alla crescita dell'economia.


Fonte: Idealista

Europa Press

17 giugno 2025, 16:49

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